Calo contenuto nel 2015, leadership internazionale rafforzata con dinamismo e vitalità. 2016 in tenuta. Grande attenzione alla sostenibilità.

Il settore conciario italiano archivia un 2015 complicato, chiuso con un limitato calo di produzione ed export. Dialogo, coesione, sostenibilità per affrontare le sfide del futuro. Rafforzato il primato internazionale. Lineapelle prossima a tornare sotto il pieno controllo conciatori.

Si è svolta oggi a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, l’Assemblea Annuale UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria). I conciatori italiani hanno tirato le somme di un 2015 complicato, ma affrontato con una dinamicità tale da permettergli di chiudere l’anno alla luce di un limitato e generalizzato calo, attestato attorno al -2% per quanto riguarda il valore della produzione (5,2 miliardi di euro), il suo volume (124 milioni metri quadri di pelli finite, 26mila tonnellate di cuoio suola) e il bilancio delle esportazioni, pari al 77% del fatturato nazionale (valore: 4 miliardi di euro). Tanti i fronti di crisi con cui la conceria italiani si è confrontata, dal rallentamento del lusso all’influenza negativa sui consumi della minaccia terroristica. Non ultimi, ma ancora tutti da valutare, gli effetti della Brexit.

“Il momento non è dei più facili, la frenata si è sentita e si sente, l’auspicio è che il 2016 si chiuda almeno stessi livelli del 2015”, ha detto il presidente UNIC Gianni Russo (Cavaliere del Lavoro, amministratore delegato dal Gruppo Russo di Casandrino), sottolineando la forte spinta al cambiamento: “Abbiamo ripreso un dialogo trasparente e costruttivo con tutti gli interlocutori, di filiera e non, pubblici e privati, pur nel rispetto della reciproca autonomia. Stiamo dando una nuova dimensione all’attività associativa, nella quale la figura dell’imprenditore riemerge, per offrire a tutte le concerie italiane, associate e non, il miglior servizio e la percezione di sentirsi protette”.

Grossa  attenzione  alla  sostenibilità,  che  “deve  diventare  sempre  di  più  un collante  tra associazione e aziende: è un valore insito nel nostro DNA” e alla gestione del rapporto con i clienti, in particolare in relazione al sviluppo del progetto CleAR, tavolo che affronta la gestione delle analisi dei pellami, sta coinvolgendo le più importanti griffe del lusso e mira a tracciare un percorso comune per definire un protocollo di regole valide per tutti “che limiti qualsiasi arbitrarietà da parte dei laboratori”.

Durante  l’Assemblea,  alla  quale  è  giunto  il  videosaluto  del  neopresidente  di Confindustria, Vincenzo Boccia (“Siete sati i precursori nell’attenzione all’ambiente, e aiutate l’intero sistema industriale a legittimare il ruolo sociale dell’impresa grazie a quanto fate ogni giorno nelle vostre imprese e come associazione di categoria“), è stato annunciato che Lineapelle (“la fiera leader indiscussa dell’area pelle internazionale”) sta per tornare sotto il pieno controllo dei conciatori italiani: il contenzioso con BolognaFiere è prossimo alla soluzione.

Ribadendo il primato internazionale della pelle italiana (che vale il 65% della produzione europea e il 19% di quella mondiale) Gianni Russo ha chiuso i lavori con un forte richiamo all’unità del settore: “Non vogliamo più essere un settore di solisti, vogliamo diventare un’orchestra e creare una più forte sensibilità industriale”.